Mi chiamo Eleonora e ho 22 anni. Sono sempre stata una ragazza timida e arrivata all’università la cosa è pure peggiorata in quanto non conoscevo nessuno e ho fatto sempre fatica a rapportarmi con gli sconosciuti.
Lezione di antropologia culturale, mi si avvicina questa ragazza Luisa e mi saluta affettuosamente come se già ci conoscessimo. Non ho potuto fare a meno di notare come fosse molto carina. In particolare, portando dei leggins particolarmente attillati aveva un sedere picco, sodo e ben tornito.
Mi piaceva anche il suo modo di fare, diretto, schietto e molto inibito. Nei primi tempi abbiamo preso a vederci solo durante i corsi, senza nulla da sottolineare. Ciò fino all’esame di antropologia culturale.
Il giorno prima ero particolarmente nervosa, così le ho scritto in modo da vederci per studiare insieme prima di prepararci all’esame.
E’ venuta lei a casa mia in un giorno quando le coinquiline stavano fuori. Mi è subito saltato all’occhio il tanga che si intravedeva dai jeans attillati che non lasciavano nulla all’immaginazione.
Con suoi soliti metodi diretti si è avvicinata a me e ho sentito il suo profumo irresistibile. Mi ha proposto di bere un po’ di vino e non ho opposto resistenza.
Dopo un po’ mi sentivo un po’ brilla e abbiamo iniziato a ridere come due sceme. Ad un certo punto le mi cinge da dietro e fa scivolare la sua mano tra i miei pantaloni.
“Ma che fai le chiedo”. Le sorride con aria ammiccante e inizia a spogliarsi. Il suo fisico asciutto e longilineo è uno spettacolo eccitante. Mi sento inumidita in mezzo alle gambe ma cerco di non darlo a vedere.
Ma lei torna all’attacco e inizia a palpeggiarmi. Io rimango perplessa ma provo piacere al tocco della sua mano che impudente mi strizza i capezzoli e indugia sul morbido vello della mia pelosina, per poi prendermi il clitoride tra le dita e sgrillettarmi dolcemente.
“Ti piace eh”. Volevo dire di no, ma era una vera goduria. Lei se n’è accorta e ha iniziato a stuzzicare la mia vagina con le sue mani piccole e affusolate.
“Allarga le gambe” ad un certo punto mi ha intimato. Ho obbedito con piacere. Sempre sorridendomi dolcemente si è chinata verso il mio frutto proibito. Ha iniziato con la sua lingua a leccarmi la figa dolcemente. Prima con la lingua tipo pala, per poi andare con la punta sempre più veloce.
Ho iniziato a inarcare la schiena per il piacere, mentre lei continuava a darsi da fare con la sua lingua intraprendente. Ogni tanto rallentava per guardarmi, e ciò mi suscitava un misto di imbarazzo ed eccitazione.
Che godimento!!! Dopo un po’ sono letteralmente esplosa inondando Luisa dei miei umori. Ho provato a chiedere scusa, ma lei ha sorriso e mi ha baciata in bocca. Ci siamo limonate a vicenda per un po’ scambiandoci reciprocamente i miei umori.
E’ stata un’esperienza indimenticabile e non è stata l’unica. Ah l’esame purtroppo è andato male, ma se devo essere sincera non mi interessa un granché.