Era l’inizio del mio secondo anno di università e in facoltà c’era molto fermento perché nessuno sapeva chi sarebbe stato il nostro nuovo docente di diritto privato.
Ci aspettavamo il solito professore maschio, mediamente anziano e poco stimolante, ma ci fu una grande sorpresa: la nuova docente era infatti una donna giovane, più o meno sui trent’anni.
In classe era competente e gentile, ma senza farsi mettere i piedi in testa perché sapeva benissimo come mantenere l’ordine e farsi rispettare.
Era anche molto bella: viso giovane, capelli lunghi e neri, corpo da modella e almeno una quarta di reggiseno.
Per capire quale sarebbe stata la bibliografia del suo esame, andai nel suo ufficio all’orario di ricevimento: quando entrai lei mi fece accomodare e iniziammo a parlare del corso di studi e di come mi stessi trovando in facoltà.
Quando emerse che avevo avuto qualche difficoltà con questo esame in passato, lei fu molto disponibile e si offrì di aiutarmi a prepararlo.
Ovviamente, dato che volevo liberarmi di questo esame quanto prima accettai; mi diede appuntamento per il giorno dopo, a casa sua.
Quando arrivai, niente sembrava presagire quello che sarebbe successo dopo.
Suonai alla porta e lei aprì: non appena misi piede dentro casa, lei mi trascino in soggiorno buttandomi sul divano.
“Scopiamo”, mi disse mentre si levava la gonna.
Io, dal canto mio, non persi tempo e con l’ormone a palla e il cazzo durissimo, iniziai a togliermi i pantaloni mentre lei si metteva a pecorina sul divano.
La sculacciai un po’ e, dopo che il suo culo era sufficientemente arrossato, le strusciai il cazzo su per il culo rendendo palese il mio apprezzamento per quella parte del suo corpo. Glielo infilai tra le natiche, prima andando lentamente, poi alzando il ritmo: mi stavo facendo segare dal suo culo!
Dopo un paio di minuti si mise ai miei piedi e inizio a succhiarmelo vogliosa mentre giocava con le mie palle: le muoveva e le leccava eccitandomi sempre di più.
A un certo punto il mix di bocca calda, mani e lingua mi fece impazzire e le sborrai in bocca senza ritegno. Lei, golosa, non se ne perse neanche una goccia e ingoiò tutto il mio sperma.
Mentre mi riprendevo dal mio orgasmo, lei si rimise seduta sul divano aprendo le gambe: mi dirò con aria severa verso di sé e, non togliendomi gli occhi di dosso, iniziò a toccarsi sditalinandosi come se non ci fosse domani.
Quando, in preda all’erezione, provai a metterglielo dentro, lei me lo impedì finendo di masturbarsi godendosi la scena e venendo rumorosamente.
“Questa è la prima lezione, ci vediamo domani per la seconda”.